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LA PISCINA DELLE MAMME - RECENSIONE A CURA DI MICOL BORZATTA

 

Siamo alla fine della Seconda Guerra Mondiale e la Cecoslovacchia è sotto il dominio dell’Unione Sovietica. Olga e Berta, dopo aver vissuto entrambe una terribile tragedia emigrano in Italia, dove troveranno una nuova vita, nuovi amici, nuovi vicini di casa che le aiuteranno a riscoprire il loro animo, il loro cuore e la gioia della vita.

Un ottimo romanzo non molto lungo di un bravissimo autore esordiente che è riuscito a descrivere a fondo l’animo umano in poche pagine ma in modo molto completo e approfondito. Iniziando con la descrizione di un lutto molto profondo, pagina dopo pagina troviamo le protagoniste a elaborarlo in un viaggio interiore aiutate dalla gente che le circonda nella loro nuova casa, senza però mai dimenticare la loro città d’origine, la loro tradizione, la loro cucina.

Un romanzo dove si denota che, come per le protagoniste, anche per l’autore contano ancora i vecchi valori della vita, quelli veri che purtroppo con il tempo e con gli anni sono andati un po’ persi nelle nuove gioventù. Un romanzo adatto a tutte le età e che oggi più che mai tutti dovrebbero leggere per ritrovare quei valori veri e importanti e per scoprire come con l’altruismo, la fiducia, la bontà possiamo fare sia del bene agli altri ma anche a noi stessi elevando il nostro spirito rendendoci più felici e spensierati in un’epoca dove quotidianamente gli unici che riescono ad andare avanti sono quelli senza cuore e che infliggono dolore agli altri.

Micol Borzatta

RICCARDO GRAMAZIO RECENSISCE "BIANCO E NERO"

 

RECENSIONE DI RICCARDO GRAMAZIO

(Autore di “Sonnifera”, Lettere Animate Editore) 

“Bianco e nero” di Filippo Gigante è un'opera delicatissima, un viaggio intimo, profondo e a tratti toccante.
Le pagine sfiorano picchi altissimi d'introspezione, cosa non comune nel panorama letterario, e offrono notevoli spunti sulla condizione-debolezza umana. Protagonista del romanzo è Alex, un venticinquenne studente di medicina, orfano di padre, alla disperata ricerca del “senso”. Il personaggio in questione è un campione di umiltà e di genuinità, mosso da sanissimi e purissimi principi, capaci di resistere alle tempeste e ai dolori della vita. A sostenere e a guidare il ragazzo nel suo percorso emotivo troviamo personaggi di rara poesia come il giudizioso nonno Sato e il pittoresco clown bianco Damabiah, entrambi straripanti d'anima e saggezza. Deliziose le immagini offerte dal testo, sempre cariche di natura e colori, cornici di valori che, ahimè, i tempi moderni hanno affievolito se non del tutto annullato. Un libro, quello di Gigante, di semplice lettura, che ho molto apprezzato per soavità e freschezza. E detto da me, autore assolutamente diverso per penna, stile e concezione, penso possa ulteriormente valorizzare il tutto. La scrittura è semplice, ma non per questo meno efficace, senza cali di ritmo, di lucidità o di forza.
In conclusione, promuovo alla grande “Bianco e nero”, soprattutto per l'energia positiva che riesce a trasmettere e per le suggestioni emotive che riesce a creare.

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Un libro intenso e toccante .  Un romanzo di donne che racconta il vissuto di anime nobili straziate dalla rozzaggine e dalla crudeltà di uomini violenti ed ignoranti. Il romanzo di  Olga e Berta che potrebbe rappresentare mille altre donne sparse nel mondo  vittime, loro malgrado, di conflitti portatori di morte e disperazione per loro ed i loro cari. Donne costrette a perdere tutto per le vicende storiche, costrette a non essere più madri, senza più figli da crescere e mariti da amare e curare. Donne allo sbando ma con la forza di ricominciare per riuscire un giorno a tornare dove tutto aveva avuto inizio.
In questo romanzo Filippo Gigante ci conduce, attraverso una scrittura scorrevole ed essenziale, nella storia di Olga e Berta mettendo in evidenza la forza dell'animo femminile capace di superare le difficoltà più ardue della vita.
Ben strutturato, il romanzo racconta, con dovizia di particolari storici, un periodo come quello della primavera di Praga, sempre attuale soprattutto nell'odierna situazione geopolitica che riguarda il sempre tormentato est Europa.
Gli auguri ed i complimenti a Filippo sono d'obbligo.


Gianluca Guadagnini

“Chi legge i libri, come si stanno ad ascoltare gli amici, vedrà come essi gli sveleranno i loro tesori e diventeranno per lui un intimo possesso”… Con questa meravigliosa frase di H. Hesse, Filippo Gigante ci introduce nel suo “Bianco e Nero”; non avrebbe potuto fare scelta migliore. Dieci respiri intensi, profondi, ricchi di contenuti umani. L’autore mostra una buona capacità narrativa e ci racconta la storia di Alex, un giovane studente universitario chiamato, da un duro destino, a sostenere il peso della prematura assenza del Padre. Si ritrova davanti al mare, solo, con i suoi pensieri… a percepire aliti di vita, ad ammirare le meraviglie del creato. Alex è un ragazzo estremamente sensibile. Adora vagare con la mente per raggiungere il suo “Monte Lontano” dove il tempo si ferma, dilatandosi. Raggiunge le nuvole per trovare un canale comunicativo verso le persone che non riesce ad incontrare… un contatto sopra l’umano sentire fatto di emozioni, ricordi, passioni. Nella scrittura di Filippo Gigante i sentimenti diventano i veri protagonisti della storia. Affiancano i personaggi nella narrazione; vengono resi con semplicità, come fossero parte di una meravigliosa pittura di vita. Sfogliando le coinvolgenti pagine, si scoprirà l’amore che ha unito i genitori (Domenico e Marina) e i nonni paterni: un sentimento che ruota intorno alla verità e alla poesia come una luce perenne. I respiri dell’autore dettano il passo dei capitoli. Si aprono storie di amicizia che si intersecano con il meraviglioso rapporto con i nonni paterni. I due anziani accolgono Alex e i suoi amici nel loro regno senza tempo: una casa stile orientale immersa in uno splendido giardino ricco di alberi secolari. Nonno Sato è un uomo saggio e profondo… un vero maestro di vita. Dalle parole del nonno, prenderà vita la straordinaria e commovente storia della grande quercia e della piccola Flora. Sono pagine toccanti che palesano la grande sensibilità dell’autore. Respiro dopo respiro, si entra nel vivo del romanzo dove i pensieri e le emozioni regnano protagonisti assoluti. I pensieri affollano la mente, sollecitano la memoria. Sono parole tinte e incastonate tra il bianco e il nero degli eventi. Sono colori estremi… sfumature ampie, immense che tutto contengono… anche la vita. E così ci si può fermare un attimo per ascoltare quella piccola voce di poesia che dal di dentro cerca di trasmetterci qualcosa di importante. Alex scoprirà la dura lotta di un amico contro il cancro, quella bestia feroce e senza cuore che ruba dentro… come aveva fatto con suo padre. Entriamo nel finale, un nuovo percorso sospeso tra sogno e realtà in cui Alex, come per magia, si troverà alle porte di un circo. Incrocerà due figure di pagliacci: il Bianco e l’Augusto. Con il clown bianco si avvierà una bella e profonda conversazione che arriverà al cuore di Alex per riscoprire sentimenti ed emozioni ormai sopiti. Un dialogo sereno, puro, profondo… proprio come un padre parlerebbe al proprio amato figlio. Un modo per trovare il proprio io e la giusta direzione… bidirezionale. “Seguimi, ma fammi strada”, dirà il saggio clown bianco, senza mai aver paura dei propri sentimenti e di ciò che si prova. Vita e destini avanzano nello scorrere del tempo, aiutati dalla presenza di un Dio che torna presente per ridare equilibrio alle cose. In fondo la ricerca della felicità può passare per un percorso anche difficile in cui le paure devono essere superate. Dal buio può scoprirsi il bianco tornando nuovamente a respirare la vita. Filippo Gigante non si ferma qui. Chiude il suo lavoro con tre delicati e bei respiri; tre dolci racconti… un degno epilogo. Un bel romanzo che parla al cuore attraverso la descrizione dei sentimenti e delle emozioni più belle… quelle che ognuno di noi conserva proprio come pietre uniche e preziose.

 

Stefano Carnicelli

http://www.stefanocarnicelli.it/

 

Filippo Gigante è nato ad Alberobello nel 1983. Si è laureato al corso triennale di Informatica e Comunicazione Digitale e al corso magistrale di Editoria Libraria e Multimediale. Appassionato lettore e scrittore, ha pubblicato diversi racconti e poesie a diffusione nazionale. “Bianco e Nero” è il suo romanzo d’esordio. Filippo adora il mondo dell’editoria e le nuove evoluzioni.

 

 

Bene e male, yin e yang, tutto ed il contrario di tutto. Questo sembra richiamare ad un primo approccio il titolo del primo prodotto della penna del nostro giovane autore pugliese Filippo Gigante: Bianco e nero.

Un breve romanzo, scritto con molto amore e trasporto sull’onda di una onirica serie di ‘Respiri’ (come li definisce l’autore stesso). Una sorta di adagi, quindi, piuttosto che dei veri e propri capitoli. Non esiste una trama canonicamente intesa ma una serie di visioni interconnesse tra loro.

La storia si incentra sulla quotidianità di un giovane che vive la realtà della sua famiglia segnata dalla perdita del padre, una quotidianità legata alle sue origini, al background del suo piccolo paese.

Sembrano durante la lettura del testo emergere una serie di bisogni del protagonista Alex, comuni in realtà a molti giovani: quello di sentire il legame con tutto ciò in cui vive, di ritrovare la figura paterna e ancora il bisogno di affetto e di rassicurazioni.

Buona l’intenzione alla base della realizzazione, quindi, che però a tratti lascia intravedere la mano ancora un po’ troppo acerba dell’autore. Egli, a volte, ad esempio si perde nel piacere della descrizione che può diventare ridondante.

Comunque l’autore sembra partire per ogni capitolo dall’idea base di voler cullare e confortare il lettore che deve essere quindi predisposto ad accoglierne il messaggio.

In una sorta di aria di filosofia Zen l’autore incoraggia al bene, a scegliere sempre il “giusto”, raccontando una storia comune che potrebbe essere quella di ogni giorno, di ognuno di noi e quindi in cui è facile calarsi.

Egli racconta  la storia di un ragazzo e della sua necessità di punti di riferimento e di persone che gli vogliano bene.

Se si è alla ricerca quindi di una iniezione di positività, se si predilige in definitiva la scrittura fatta di cuore a quella fatta di sola tecnica, questo può essere il libro giusto da leggere.

 

CINZIA DAL COL

dalcol